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MUSTAFA SABBAGH

MUSTAFA SABBAGH

XI COMANDAMENTO: NON DIMENTICARE

22.05.2016
Candido

How beautiful is Candor!
All faults may be forgiven of him who has perfect Candor.

[Walt Whitman, Leaves of Grass – Preface, 1855]

Corri a lavare le mani. Non importa di cosa sono macchiate,
sei un bambino. Cainonon ha colpa; è in chi ne conosce il senso.
E tu non conosci senso di colpa; sei un bambino.

Coa’è, d’altronde, l’innocenza?

Non-conoscenza.

Incoscienza.

Scagliare la prima pietra, per vedere quante volte rimbalza sull’acqua.

Chiudere gli occhi, e chiuderli ad altri, per contare fino a dieciventicinquanta, e avere il tempo di correre a nascondersi.

Macchiarsi le mani di rosso, di rosso vivo, per ammirare a bocca aperta le tracce della propria impronta.

Batti le manine, anche se sono macchiate; verrà il tempo di battersi il petto, che ora – da bambino – custodisce un cuore puro, incontaminato dalla barbarie della coscienza.

Mi perdoni padre, perchè ho peccato: è in quell’istante che perdi l’innocenza, quando distingui – ed incoroni di zolfo – il senso della colpa. Ma ora, ancora incoronato di gigli appassiti, giochi in un giardino di cementodai colori neutri, silenziosi e inquieti – come quelli della carne che ti protegge, e che sulle mani hai macchiato di rosso. Di tempera, o di efferatezza, ignara di sé, e per questo candida.

Sei assolto, perchè i bambini sono sempre candidi presuntuosi, sempre presuntuosi innocenti – qualunque sia la tragedia senza trama che ti ha sporcato le mani. Ricostruire un trama che lega un bambino non serve; ciò che conta non è la soluzione, ma l’assoluzione.

Per un’innocenza tradita…dunque, tramandata.

Purchè sia infantile…dunque, innocente.