a cura di Samuel Gross
Fin dall’inizio, Antonella Genuardi (1986) e Leonardo Ruta (1990) hanno lavorato sotto un’unica identità. Il loro progetto è lo spazio. Ogni volta, dispiegano un preciso sistema astratto nei luoghi in cui sono ospitati. Con un’attenta comprensione dell’architettura e del suo utilizzo, lasciano che i materiali esplodano in una trave colorata. Per questa prima mostra personale a Milano, invadono la galleria Francesco Pantaleone. Sulla parete, le forme sono ritagliate, i colori scoppiano e i materiali si mescolano. Una struttura è chiaramente leggibile. Ma da questo apparente ordine deriva un caos gioioso. La regola astratta diventa possibile sfumatura. Come se le loro opere fossero il rovescio delle pareti su cui sono fissate. Come se questo colore, questa giocosa diversità di materiali fosse il vero disegno dello spazio. Niente è falso anche se tutto, assolutamente tutto è artificiale. Ma questo momento di sospensione è reversibile e fragile. Per fortuna, non si tratta di riempire il mondo, ma piuttosto di essere orgogliosi di invadere i suoi difetti. Questo è quello che si puo’ capire dal titolo della mostra Wormhole.
Ma in un altro senso, la distribuzione del colore e della forma non sembra avere limiti. Gli artisti portano con sé tutto il loro umorismo, tutto il loro desiderio, tutta la loro capacità di considerare sinceramente di cambiare il mondo. Ogni volta, il visitatore è il loro ospite, accolto più che generosamente. Genuardi/Ruta sono convinti che l’arte sia uno spazio reale, un luogo che può essere vissuto fisicamente e che può permettere a tutti noi di percepire le strutture che ci sono più familiari per ciò che offrono, anche possibile meraviglia.
Speriamo con loro che guardare con attenzione all’architettura significa anche trovare la libertà di distogliere i propri vincoli.
Samuel Gross